Gli studi di usabilità ci dicono che il tempo di caricamento delle pagine web è fondamentale per qualsiasi sito internet, infatti l’utente è sempre meno disposto ad attendere. Il tempo di caricamento di una pagina causa un vero e proprio stress a chi naviga.
Un tempo di apertura di un sito superiore ai 5 secondi può comportare un tasso di abbandono pari al 90%. Pare che, sociologicamente parlando, i tempi di attesa incidano sulla fiducia percepita del brand e sull’affidabilità del sito.
Mi fai attendere? Non sei un sito serio.
Esistono dei metodi accurati per accelerare il tuo sito e delle linee guida per aumentare la velocità di caricamento delle tue pagine web.
Ad esempio, scegliere l’hosting giusto, utilizzare un cms snello, ridurre le dimensioni delle immagini, snellire il codice css e javascript, utilizzare una grafica minimale, evitare l’ inserimento di file pesanti…
Una soluzione di recente introduzione da parte di Google sono le AMP.
Cosa sono le AMP o Accelerated Mobile Pages?
Le cosiddette Google AMP sono pagine scritte con un linguaggio html variato e promosso da Google, il quale permette di velocizzare le pagine web da mobile. Sostanzialmente vengono snellite eliminando degli elementi estetici e strutturali di secondo livello, mantenendo l’essenziale.
Anche un semplice utente può riconoscere una pagina AMP grazie all’ icona del fulmine vicino alle notizie.
Soprattutto per chi scrive notizie è molto utile avere una pagina snella dal facile caricamento, infatti Google da un lato la digerirà meglio e la posizionerà quindi più in alto rispetto ad altre pagine con la medesima notizia, e dall’altro lato il lettore sarà meno tentato di abbandonare la pagina se essa si carica immediatamente all’apertura.
Per riassumere, capiamo dunque perché è così importante proporre un’AMP all’ esperienza utente:
Google la premia rispetto a quelle del tuo concorrente posizionandola più in alto.
La tua audience non abbandonerà il sito internet
Oltre ai siti di notizie, l’utilizzo delle AMP è consigliato per gli e-commerce e per le homepage dei siti internet, solitamente più ricche di informazioni e contenuti.
Sicuramente l’uso di questa tecnologia necessita di uno sforzo per lo sviluppo delle pagine nel linguaggio HTML diversificato, quindi è necessario scegliere con cautela e buonsenso dove effettuare tali modifiche.
Il tuo sito è lento? Vuoi sapere come velocizzare il tuo sito? Una consulenza da una web agency specializzata è quello cheti serve, per avere maggiori informazioni, Contattaci.
Grazia Angela Cuomo
Digital Strategist
Dott.ssa in Scienze della Comunicazione e dell’ Informazione, continua la sua formazione con un Master in Digital and Social Media Marketing. Appassionata di business, e-commerce e tecnologia.
Dal 1995 siamo al fianco di professionisti e imprese. Negli anni IPSNet è diventato un marchio sinonimo di competenza e professionalità per assistere il cliente e orientarlo nel mondo della rete, sempre più difficile e ricco di opportunità, ma anche di insidie. Cloud Provider, soluzioni per le reti informatiche e la sicurezza dei dati nelle aziende sono, ad oggi, il nostro quotidiano impegno per centinaia di clienti che, da oltre 20 anni, ci affidano la propria informatizzazione digitale.
Hai bisogno di maggiori informazioni? Chiamaci al 011.58.07.622
Vuoi registrare un dominio con il nome del tuo brand e non è più disponibile? Ti sei dimenticato di rinnovare il dominio e qualcun altro lo ha registrato? No, non è sfortuna, ma un noto fenomeno del web: il cybersquatting.
Il termine cybersquatting (anche detto domain grabbing, dall’inglese grab= ghermire), derivante dall’inglese squat cioè occupare abusivamente, indica un’illecita attività di acquisizione della titolarità di nomi a dominio corrispondenti a marchi di aziende o personaggi famosi, principalmente al fine di realizzare un lucro derivante da una successiva vendita a prezzi esorbitanti a chi li richieda per diritto legittimo all’utilizzo nel diffondere il suo brand.
Lo scopo del cybersquatting o domain grabbing tuttavia non è solamente guadagnare denaro dalla rivendita del dominio, ma anche deviare e sfruttare il traffico web generato sul sito web dell’azienda presa di mira, magari per vendere pubblicità.
Si tratta di una pratica nata negli Stati Uniti negli anni novanta, ma ancora diffusa e apparentemente in continua crescita negli ultimi anni.
I diversi tipo di cybersquatting
Alcune tipiche tipologie di cybersquatting:
Cybersquatting con intento criminoso. Si tratta della tipologia più comune. Il cyber criminale registra il dominio con il solo scopo di ottenere un ricavo monetario, rivendendolo al legittimo proprietario dei diritti sul marchio.
Typosquatting/punycode. Il cyber criminale registra un dominio con un piccolo errore ortografico nel nome rispetto al dominio originale (ad esempio, www.rIfugioalpino.it invece di www.rifugioalpino.it) e crea un sito ingannevole che può essere utilizzato per indurre l’utente a condividere dati personali o a scaricare un software contenente malware.
Gripe sites. Si tratta di siti web creati ad hoc per schernire ed offendere persone, politici e grandi compagnie.
Name jacking. Il cyber criminale procede all’acquisto di un dominio con il nome di una persona, ad esempio, per Mario Rossi, mariorossi.it. Ciò permette, creando un opportuno sito, di dirigere le ricerche per tale persona al portale. Questa tipologia sfrutta principalmente nomi di personaggi noti, per spingere gli utenti a visitare il sito web, generando traffico e venendo esposti a pericolo di phishing.
Furto d’identità. I cyber squatter possono utilizzare tool automatizzati per acquistare i domini non rinnovati in seguito alla scadenza della registrazione.
Il cybersquatting è legale?
No, il cybersquatting non è legale.
Il sito web del ministero della giustizia italiano definisce il cybersquatting come segue:
“Trattasi di atto illegale di pirateria informatica, che consiste nell’appropriarsi del nome di un dominio già esistente per poi rivenderlo ad un prezzo molto più alto”.
In generale questa pratica è considerata reato nella maggior parte dei paesi industrializzati.
Come rientrare in possesso del dominio rubato?
Nonostante non sia ancora presente una legislazione specifica, in Italia, chiunque ritenga che il proprio marchio venga utilizzato da un soggetto non autorizzato, può fare ricorso facendo riferimento alle leggi per la tutela del marchio.
Secondo le policy ICANN (Internet Corporation for Assigned Names and Numbers), affinché un dominio venga considerato abusivo devono verificarsi i seguenti presupposti:
l’autore del cybersquatting deve avere registrato il dominio con scopi disonesti;
chi richiede la riassegnazione del dominio deve avere un chiaro diritto sullo stesso;
il nome del dominio deve essere identico o confondibile con il nome o firma di chi ne richiede la riassegnazione.
Come difendersi dal cybersquatting?
Per non cadere vittima del cybersquatting si possono adottare due accorgimenti:
registrare i propri marchi presso l’Ufficio Brevetti e Marchi;
verificare la scadenza dei propri domini e rinnovarli e attivare il rinnovo automatico, se disponibile.
IPSNet, come Managed Services Provider, si occupa di questi aspetti per i propri clienti, occupandosi di ogni aspetto, dalla registrazione dei domini al costante aggiornamento degli asset online e la verifica delle scadenze, garantendovi sicurezza e monitoraggio costante del vostro dominio.
Dottore in Matematica Informatica, originariamente sviluppatore di applicazioni Web, amministratore di database e project manager in una vasta gamma di applicazioni aziendali. Oggi specializzato in IT Management e System Integration, problem solving, progettazione e gestione di reti informatiche, ottimizzazione di sistemi informativi aziendali
Dal 1995 siamo al fianco di professionisti e imprese. Negli anni IPSNet è diventato un marchio sinonimo di competenza e professionalità per assistere il cliente e orientarlo nel mondo della rete, sempre più difficile e ricco di opportunità, ma anche di insidie. Cloud Provider, soluzioni per le reti informatiche e la sicurezza dei dati nelle aziende sono, ad oggi, il nostro quotidiano impegno per centinaia di clienti che, da oltre 20 anni, ci affidano la propria informatizzazione digitale.
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Vuoi avviare il tuo sito internet? Sia che si tratti di un sito vetrina, un blog o un e-commerce uno degli aspetti da considerare è il dominio.
La scelta del nome del dominio web è paragonabile alla scelta del nome della propria azienda e richiede un’attenta valutazione per dare rilevanza ai giusti aspetti.
Il tuo dominio equivale alla tua identità sul web e non solo deve rappresentare la tua idea di business ma deve anche essere facile da ricercare e promuovere.
Ecco 10 consigli pratici per scegliere il dominio migliore per il proprio sito web o del proprio blog.
1. Assicurati che sia semplice da scrivere.
2. Scegli un dominio corto o composto da poche parole.
3. Includi le parole chiave.
4. Identifica il tuo settore di riferimento.
5. Evita di utilizzare trattini e numeri.
6. Scegli un nome facile da ricordare.
7. Usa un’estensione appropriata al tipo di attività.
8. Proteggi e costruisci il tuo brand .
9. Verifica l’autorevolezza del dominio.
10. Richiedi l’auto-rinnovo.
1. Assicurati che sia facile da scrivere.
Per avere successo online è fondamentale trovare un nome semplice, facile da digitare e da memorizzare. É sconsigliabile, per esempio, utilizzare parole in gergo o abbreviazioni, che possono rendere la ricerca da parte degli utenti meno efficace.
I domini registrati online sono milioni, per cui è essenziale sceglierne uno semplice e riconoscibile, in modo da non generare confusione e condurre senza dubbio alla vostra attività.
2. Scegli un dominio corto o composto da poche parole.
Se il dominio risulta essere lungo e complesso rischi che la tua utenza di riferimento lo scriva o lo pronunci male e non riesca a trovarti facilmente sull web.
Essenzialmente puoi muoverti in due direzioni:
utilizzare il nome del brand (per esempio ipsnet.it);
utilizzare il nome dei servizi che offri (per esempio webagencytorino.it).
3. Includi le parole chiave.
Cerca di usare parole chiave che descrivano la tua attività e i servizi che offri. Per esempio, se gestisci un ristorante vegano potresti scegliere sceltavegana.it o ristorantevegano.it.
Le parole chiave o keyword aiutano a migliorare la tua posizione nei motori di ricerca, portando ad una crescita del traffico sul tuo sito, che può eventualmente trasformarsi in nuovi contatti.
Per questo motivo è consigliabile includere keywords che le persone tenderanno a scrivere ricercando i tuoi prodotti o servizi.
4. Identifica il tuo settore di riferimento.
Innanzitutto è molto di aiuto definire se gestisci un’attività a livello nazionale o internazionale e in quale lingua sarà il tuo sito.
Questa informazione ti potrà guidare nella scelta dell’estensione del dominio: per un sito italiano per un business che opera prevalentemente in Italia potremo scegliere .it. Nel caso invece del sito multilingua di un’attività internazionale, è consigliabile scegliere .com.
Nel caso di attività a livello locale, inoltre, si può considerare di includere nel dominio il nome della città o dello stato in cui si opera, al fine di semplificarne la memorizzazione e la ricerca ai clienti interessati. Per esempio: scootertorino.it.
5. Evita di utilizzare trattini e numeri.
Numeri e trattini possono causare confusione. Per esempio i domini che includono numeri potrebbero generare fraintendimenti perchè gli utenti non sanno se si tratti del numero arabo o del numero scritto per esteso.
Nel caso in cui il numero sia parte del tuo brand, per esempio “Osteria 9”, è buona prassi registrare entrambi i domini osteria9.it e osterianove.it, in modo da indirizzare sempre l’utente sul sito giusto.
6. Scegli un nome facile da ricordare.
Per rimanere impresso un dominio deve essere semplice e accattivante.
Ricorda di verificare che il dominio che ti interessa non sia riconducibile ad alcun marchio registrato o tutelato da copyright (è sufficiente una veloce ricerca su internet per accertarsene).
7. Usa un’estensione appropriata al tipo di attività.
Per estensioni intendiamo i domini di primo livello, ossia i suffissi alla fine dell’indirizzo web: .it, .com. net…
Alcuni domini di primo livello hanno utilizzi specifici e andrebbero utilizzati solamente se si rientra nelle categorie di attività ad essi correlate. Per esempio: .coop per le cooperative, .pro per i professionisti in determinati settori e stati, .travel per attività correlate al turismo.
Il dominio .com è sicuramente il più popolare e diffuso, ma potrebbe essere più difficile trovare un dominio .com corto e memorabile visto che questa estensione viene usata da molto tempo. Alcune estensioni alternative che possono essere considerate per rendere il proprio dominio riconoscibile sono:
•.co: abbreviazione per compagnia, commercio e comunità;
•.info: siti di informazione;
•.net: siti tecnici, infrastrutture elettroniche;
•.org: organizzazioni non commerciali e no-profit;
•.biz: business o usi commerciali, come siti di e-commerce;
•.me: blog, diari o pagine personali.
Ovviamente non sarà necessario creare il sito su ognuno dei domini che acquisti, sarà sufficiente chiedere al tuo provider di creare dei reindirizzamenti verso l’URL principale.
8. Tutela il tuo brand
Per tutelare il tuo brand, è consigliabile acquistare diverse estensioni di dominio. Ciò ti consentirà di far atterrare gli utenti sul tuo sito web anche se hanno sbagliato estensione o a scrivere un numero, per esempio e di non cadere vittima di competitor che cercando di reindirizzare i clienti in comune sulle proprie pagine web.
9. Verifica l’autorevolezza del dominio
Hai trovato il dominio perfetto per te, ha verificato che non fosse collegato ad alcun marchio e vuoi registrarlo? STOP! C’è ancora uno step da considerare: il passato di quel dominio.
Il fatto che un dominio ora sia libero, non significa che non sia stato registrato in passato. É pertanto fondamentale verificare l’autorevolezza di un dominio, valutando alcuni elementi come il contesto del sito precedente e eventuali penalizzazione passate perchè tutto questo potrebbe rivalersi sul vostro sito web.
Un esperto in web marketing può aiutarti a valutare tutti gli aspetti correlati a SEO e SERP prima di acquistare un dominio e avviare un sito web.
10. Richiedi l’auto-rinnovo
Qual è la cosa peggiore che può succedere una volta trovato il dominio perfetto per il tuo business? Che ti venga rubato! Per questo motivo è importante chiedere al tuo providere l’attivazione dell’opzione di autorinnovo, in modo da essere certo di non perdere mai il tuo posto sul web!
IPSNet è Managed Services Provider e la gamma di servizi proposti vi è anche la gestione domini:
• registrazione e manutenzione domini internet ;
• gestione DNS primario e secondario, creazione di infiniti domini di terzo livello ;
• mail Server Certificati e Caselle di Posta Elettronica Certificata (PEC) ;
• pratiche di voltura e trasferimento ;
• monitoraggio dei servizi e garanzia di efficienza H24.
Vuoi affidarti a un team di esperti per la gestione e la manutenzione del tuo dominio? Contattaci.
Dal 1995 siamo al fianco di professionisti e imprese. Negli anni IPSNet è diventato un marchio sinonimo di competenza e professionalità per assistere il cliente e orientarlo nel mondo della rete, sempre più difficile e ricco di opportunità, ma anche di insidie. Cloud Provider, soluzioni per le reti informatiche e la sicurezza dei dati nelle aziende sono, ad oggi, il nostro quotidiano impegno per centinaia di clienti che, da oltre 20 anni, ci affidano la propria informatizzazione digitale.
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A partire da luglio 2018 Google Chrome segnala come non sicuri tutti i siti che usano ancora il protocollo HTTP, con l’obiettivo di spingere ulteriormente verso l’utilizzo del protocollo criptato HTTPS. Attualmente il browser, nel caso di utilizzo del protocollo HTTPS, affianca all’indirizzo un lucchetto chiuso verde e la scritta “Sicuro”. Quando invece viene usato il normale HTTP compare una “i” cerchiata, affiancata la scritta “Non sicuro”.
Protocollo HTTPS e i certificati SSL: di cosa si tratta?
SSL vuol dire “Secure Sockets Layer” (Livello di socket sicuri), una tecnologia standard che garantisce la sicurezza di una connessione a Internete protegge i dati sensibili scambiati fra due sistemi impedendo ai criminali informatici di leggere e modificare le informazioni trasferite, che potrebbero comprendere anche dati personali. Queste informazioni possono essere di natura sensibile o personale, come ad esempio numeri di carta di credito, altre informazioni finanziarie, nomi e indirizzi.
HTTPS (Hyper Text Transfer Protocol Secure, Protocollo di trasferimento ipertestuale sicuro) è una dicitura visualizzata negli URL di un sito Web protetto con un certificato SSL. Facendo clic sul simbolo del lucchetto nella barra del browser, è possibile visualizzare i dettagli del certificato, compresa l’autorità di emissione e il nome aziendale del proprietario del sito Web.
Il protocollo HTTPS utilizza i certificati SSL (Secure Sockets Layer) che consentono di stabilire una comunicazione sicura dalla sorgente al destinatario (end-to-end), criptando il flusso di informazioni che vengono raccolte dal sito web e fornendo autenticazione, integrità dei dati e confidenzialità.
Grazie ai certificati SSL è possibile per gli utenti avere la certezza che il server a cui ci si connette è autentico.
Fonte immagine: www.theplusit.ro
Perché passare da HTTP a HTTPS?
I siti web che non utilizzano il protocollo HTTPS e i certificati SSL vengono penalizzati da Google per quanto riguarda la loro indicizzazione, conviene dunque correre ai ripari per preservare il proprio ranking. Effettuare il passaggio dal protocollo HTTP a HTTPS di un sito web è un’operazione necessaria per evitare di essere penalizzati da Google e mantenere il proprio posizionamento nella SERP (Search Engine Results Page) del motore di ricerca.
Attualmente circa il 70 % dei siti web utilizza il protocollo di trasmissione dati HTTP che, da dicembre 2016, non rispetta più gli standard di sicurezza richiesti da Google, che impone di massimizzare la sicurezza di qualunque trasmissione dati.
Le tipologie di siti web maggiormente sollecitati a effettuare il passaggio al protocollo HTTPS sono prevalentemente siti di e-commerce, portali che prevedono transazioni in denaro e siti con un modulo di contatto (contact form). Più in generale, qualsiasi sito web che gestisce delle trasmissioni dati senza utilizzare il protocollo HTTPS verrà segnalato da Google come sito non sicuro e subirà delle penalizzazioni dal punto di vista del posizionamento.
La penalizzazione nel ranking coinvolgerà anche i siti ottimizzati dal punto di vista SEO (search engine optimization) che, in questo modo, rischieranno di perdere progressivamente la visibilità fino a quel momento ottenuta.
Come agisce Google nei confronti dei siti che utilizzano ancora http?
Google segnalerà il sito in esame attraverso tre tipi di marchiatura differenti a seconda delle diverse situazioni:
un avviso che comparirà nei risultati di ricerca, in cui informerà l’utente che il sito “non rispetta i termini di sicurezza”;
un’icona a forma di lucchetto e una linea rossa applicata sopra, che comparirà nella barra dell’indirizzo del browser prima dell’URL del sito;
una videata a tutto schermo in cui comparirà un lucchetto di colore rosso che inviterà gli utenti a non proseguire con la navigazione, poiché la connessione dati non è privata.
Tutte queste penalizzazioni porteranno il sito in questione a essere considerato come inaffidabile, con conseguente calo degli accessi. Nel caso di siti e-commerce tale marchiatura potrebbe generare perdita di potenziali clienti e di fatturato, allarmati dal fatto di dover eseguire delle transizioni di pagamento su piattaforme che Google non considera sicure.
Quali sono i vantaggi per i siti con protocollo HTTPS?
I siti web che attivano un protocollo HTTPS tramite certificati SSL possono ottenere i seguenti vantaggi:
miglioramento del ranking: benefici sul posizionamento nella SERP (Search Engine Results Page) di Google, con conseguente aumento della visibilità e degli accessi;
sicurezza dei dati in termini di
autenticità: i dati ricevuti dal sito web sono affidabili;
integrità: i dati non hanno subito alterazioni durante il trasferimento;
crittografia: in caso di intercettazione dei dati, gli stessi non sono leggibili;
affidabilità: gli utenti che vedono il lucchetto verde nella barra dell’indirizzo del browser hanno una maggiore fiducia nei confronti del sito.
Il passaggio da HTTP a HTTPS implica una migrazione del sito e va condotta con professionalità e competenza, in modo da non rischiare di veder vanificati i risultati e il ranking raggiunti. Consigliamo quindi di rivolgersi a un esperto per effettuare quest’operazione in maniera ottimale.
Vuoi effettuare il passaggio da http a https in modo sicuro? Hai bisogno di una consulenza professionale?Contattaci, il nostro team di esperti è pronto a fornirti supporto professionale per l’attualizzazione della procedura.
Giorgio Bagnasco
Managed Services Specialist
Dottore in Matematica Informatica, originariamente sviluppatore di applicazioni Web, amministratore di database e project manager in una vasta gamma di applicazioni aziendali. Oggi specializzato in IT Management e System Integration, problem solving, progettazione e gestione di reti informatiche, ottimizzazione di sistemi informativi aziendali
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